Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Greco alfabetico

- VIII sec. a.C. - Età  contemporanea


Esempi di scrittura



L'alfabetario di Marsiliana d'Albegna (VII sec.)

L'alfabetario di Marsiliana d'Albegna (VII sec.)

Riga alfabetica dalla celebre tavola di Marsiliana d'Albegna (gr): si tratta di un supporto scrittorio dal bordo in rilievo, la cui parte interna era coperta da uno strato di cera per consentire la scrittura con uno stilo; la si data in genere alla prima metà del settimo secolo a.C. Sul lato che qui mostriamo è stato inciso, con andamento sinistrorso, il più antico alfabeto etrusco a noi noto. Con ciò è dimostrata l'importazione in epoca precoce dell'alfabeto greco da parte degli Etruschi e, di conseguenza, la stabilizzazione dell'alfabeto greco (qui cumano) anteriormente al settimo secolo.



La coppa di Nestore (VIII sec.)

La coppa di Nestore (VIII sec.)

La cosiddetta "coppa di Nestore", un reperto ceramico proveniente dalla colonia euboica di Pitecussa (Ischia) e pubblicato per la prima volta nel 1955, testimonia ad un tempo un’elevata diffusione della scrittura alfabetica nell’ottavo secolo e una notevole permeazione dell’epica omerica nella cultura greca. Verso della scrittura da destra a sinistra. Nella parte superiore del disegno è rappresentata la parte di scrittura conservatasi, mentre la parte inferiore contiene la ricostruzione dell'editio princeps (il testo da noi fornito è differente per il primo rigo). Si noti il segno dell'aspirazione, un rettangolo tagliato nel mezzo, all'inizio del secondo e terzo rigo.

Νέστορός: [εἰμι]: εὔποτ[ον]: ποτέριο[ν]
hὸς δ᾽ἂν το̃δε π[ίεσι]: ποτερί[ο]: αὐτίκα κε̃νον
ἵμερ[ος αἱρέ]σει: καλλιστ[εφάν]ο: ᾽Αφροδίτης

"Di Nestore son io

da ber coppa pregiata

di coppa tal chi beva, lui disio

di Vener presto avrà ben coronata"

 



Oinochoe del Dipylon (VIII sec.)

Oinochoe del Dipylon (VIII sec.)

Un'oinochoe rinvenuta ad Atene nella necropoli del Dipylon e databile grossomodo al 740 a.C. ha rappresentato l’esempio più antico a noi noto di scrittura greca fino alla scoperta della ‘coppa di Nestore’. Essa reca infatti, alla base del collo, un epigramma in due versi inciso con una punta dura: il primo allude a una sorta di competizione tra danzatori, mentre il secondo, probabilmente incompleto, resiste finora all’intepretazione; con buona probabilità il breve componimento epigrafico ricorda che l’oinochoe fu il premio riservato al danzatore più abile. Per la paleografia degni di nota l'andamento sinistrorso, lo iota a tre tratti, lo zeta nella forma più antica (simile a una I), il simbolo sviluppatosi come heta usato per indicare l'aspirazione (è il primo della serie da destra).

hὸς νῦν ὀρχηστῶν πάντων ἀταλότατα παίζει
τοτοδεκαλμιν

"Il danzatore che si esibisca nella maniera più delicata

[testo incerto]"



Stamnos con alfabetario da Metaponto (VI sec.)

Stamnos con alfabetario da Metaponto (VI sec.)

Stamnos rinvenuto nei pressi dela città antica di Metaponto, databile all’inizio del V sec. a.C.; è conservato nel museo di Taranto. Sulla spalla è stata tracciata, prima della cottura, una serie alfabetica ‘achea’: segnaliamo come caratteristici il ‘san’ usato in luogo del sigma (sulla figura di destra) e la presenza di phi e chi al terzultimo e penultimo posto della serie; si noti anche che al pi segue il segno del koppa.

Fronte: Α Β Γ Δ Ε Ζ F Η Θ Ι Κ Λ

Retro: Μ Ν Ο Π (koppa) Ρ Σ Τ Υ Φ Ψ Χ

 



La firma di Exekias (VI sec.)

La firma di Exekias (VI sec.)

Firma del celebre pittore dal vaso di Gerione, oggi custodito al Louvre e databile alla metà del VI sec. a.C. Alfabeto 'azzurro' attico: il suono ks è reso tramite la combinazione dei segni per chi (perpendicolare all'immaginario rigo di scrittura) e sigma (a tre tratti, come in genere nella scrittura epigrafica ateniese fino alla metà del v sec. a.C.).

 

᾽Εχσεκίας ἐποίεσε

"(Mi) ha fatto Exekias"

 



Leggi di Gortyna [1] (V sec.)

Leggi di Gortyna [1] (V sec.)

Le 'Leggi di Gortyna' sono un corpus giuridico inciso intorno alla metà del quinto secolo su una parete poi venuta alla luce, nell'omonima località cretese, nel 1884. Consistono in un repertorio di casi e di trattamenti relativi, con indicazione della modalità dei procedimenti, delle eventuali pene da comminare, del numero di testimoni necessari per determinate 'certificazioni', con temi che spaziano dalle disposizioni testamentarie alle cause per violenza. Si noti qui in primo luogo l'andamento bustrofedico dell'iscrizione; inoltre, le caratteristiche dell'alfabeto 'verde' di Creta, privo dei segni complementari, l'uso del san al posto del sigma, lo iota a quattro tratti (qui arrotondato in modo da somigliare a una S). Idiotismo locale è l'uso di una sorta di mezzaluna per il pi.

θιοί. ὄς κ᾽ ἐλευθέροι ἒ δόλοι μέλλει ἀν-
πιμολὲν, πρὸ δίκας μὲ ἄγεν. αἰ δ-
έ κ᾽ ἄγει, καταδικακσάτο το̃ ἐλευθέρ-
ο δέκα στατε̃ρανς, τo δόλο πέντ-
ε oτι ἄγει καὶ δικακσάτο λαγάσαι

"Dei chi si accinga a confrontarsi in giudizio con una persona libera o uno schiavo

non conduca a forza l'avversario prima del giudizio. Se lo farà, (il magistrato)

lo condanni alla multa di dieci stateri, se la persona è un uomo libero,

o di cinque, se è uno schiavo, per reato di sequestro di persona, e gli imponga di rilasciarlo"



Leggi di Gortyna [2] (V sec.)

Leggi di Gortyna [2] (V sec.)

Ancora un bell'esempio dal medesimo corpus, nel quale è ben visibile il segno usato per il theta.



Decreto ateniese su Salamina (IG I3 1) (VI sec.)

Decreto ateniese su Salamina (IG I3 1) (VI sec.)

Splendido esempio di scrittura στοιχηδÏŒν dal più antico decreto ateniese conservatosi fino a noi. L'epigrafe contiene prescrizioni di vario tipo per i cleruchi ateniesi insediatisi a Salamina (secondo alcuni per gli stessi nativi dell'isola) e va datata all'ultima parte del vi secolo a.C.

ἔδοχσεν το̃ι δέμοι· τ̣[ὸς ἐ Σ]αλαμ̣[ῖνι κλερόχ]ος
οἰκε̃ν ἐᾶ Σαλαμῖνι [..5..]λεν [.7. ’Αθέ]νε-
σι τελε̃ν καὶ στρατ[εύεσθ]αι #53 τ̣[ὰ δ' ἐ Σαλαμῖνι] μ-
ὲ μι[σθ]ο̃ν, ἐὰ μὲ οἰκ[.7.]

Decisione presa dalla Bulé e dal popolo.

Consentire che i cleruchi risiedenti a Salamina

abitino a Salamina [...che paghino le tasse]

ad Atene ed assolvano servizio militare; che [essi non

affittino [i lotti di terra di Salamina]; in caso contrario...



Accordo fra sibariti e serdei (VI sec.)

Accordo fra sibariti e serdei (VI sec.)

Tavola in bronzo proveniente da Olimpia, ora conservata al British Museum; riporta il testo di un accordo fra Sibari e un'altra comunità (versosimilmente una città dell'Italia meridionale)e sidata all'ultimo quarto del vi sec. a.C. Il foro visibile al centro dell'immagine serviva a fissare l'iscrizione a una parete. Alfabeto 'rosso': caratterizzante il Ψ usato con valore di ch e il san in luogo del sigma; si noti anche lo iota a tre tratti.

Si accordarono i Sibariti e i loro alleati ed i (Serdei)



Dedica di Nikandre (VI sec.)

Dedica di Nikandre (VI sec.)

Trascrizione della dedica  in versi da una statua femminile rinvenuta a Delo. Alfabeto 'blu', con qualche particolarità: il segno dell'heta ('chiuso', quindi nella forma di un rettangolo tagliato nel mezzo) è usato apparentemente sia per indicare l'e lungo originario che l'e breve preceduto da aspirazione, incerte condizioni la sola aspirazione. Si noti anche l'uso del koppa all'inizio del secondo verso.



Decreto ateniese per Oiniades di Skiathos (IG I3 110)

Decreto ateniese per Oiniades di Skiathos (IG I3 110)

Offriamo qui l’intestazione di un celebre decreto, con il quale si sancivano onoreficenze a un cittadino di Skiathos resosi benemerito verso la democrazia ateniese. Il decreto è datato con sicurezza al 408/407 a.C. per l’indicazione dell’arconte eponimo Euktemon e rappresenta un ottimo esempio di uso dell’alfabeto ionico prima della riforma.



Iscrizione delio-spartana (Iscr. Dél. 6-7, 87 = IG V, 1564)

Iscrizione delio-spartana  (Iscr. Dél. 6-7, 87 = IG V, 1564)

La seguente epigrafe, che concerne verosimilmente la restituzione alla comunità di Delo di diritti di amministrazione sul santuario di Apollo, si divide in due parti. A una sezione in dialetto dorico, scritta con alfabeto laconico (si noti in particolare il segno per il chi nella parola chrematon), fa seguito l’indicazione di regnanti ed efori in carica a Sparta al tempo del decreto. Grazie ai nomi di Agide e Pausania si può datare il documento, con una certa sicurezza, al 402 a.C. Per l’epigrafia è di grande interesse la combinazione dei due tipi alfabetici, ma offriamo l’immagine anche per consentire un saggio di alfabeto ionico da un’epoca vicina a quella della riforma ortografica ad Atene.

καὶ τȏν χ-
ρεμάτoν το̑ν το̑ θιο̑.
ἐβασίλευον
Ἆγις, Παυσανίας
ἔφοροι ἦσαν

...e dei beni pertinenti al dio. Erano re: Agide e Pausania. Erano efori:...