Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Ebraico

- (XII sec.a.C.? - oggi)


Esempi di scrittura



Iscrizione da Tel Zayit (X sec.a.C.)

Iscrizione da Tel Zayit (X sec.a.C.)

(da destra a sinistra): W H Ḥ Z T   

 

Ritrovata sul muro di un edificio a Tel Zayit, centro della Giudea a sud di Gerusalemme, l'iscrizione riporta una serie alfabetica. Quattro consonanti (W e H e Ḥ e Z) risultano invertite rispetto al loro ordine usuale. Difficile stabilire la 'ebraicità' della scrittura, considerati la data dell'iscrizione ed i problemi, storici ed archeologici, relativi all'esistenza e all'estensione di un regno israelitico unito o anche, eventualmente, del solo regno di Giuda in tale epoca.



Calendario di Gezer (X-IX sec.a.C.)

Calendario di Gezer (X-IX sec.a.C.)

 

(Immagine tratta da BiblePlaces.com)

 

L. 1: YRḤW ’SP | YRḤW Z

L. 2: R‘ | YRḤW LḲŠ |

L. 3: YRḤ ‘ṢD PŠT

L. 4: YRḤ ḲṢR Š‘RM

L. 5: YRḤ ḲṢR WKL

L. 6: YRḤW ZMR

L. 7: YRḤ ḲṢ

(in verticale, in calce): ’BY

 

"I mesi del raccolto

i mesi della se|mina

i mesi della semina tarda (?)

il mese del taglio del lino

il mese del raccolto dell'orzo

il mese del raccolto e del computo (?) - i mesi della vendemmia (?)

il mese della frutta estiva

Abi... (?)" (trad. it. G. Garbini)

 

I caratteri linguistici arcaici dell'iscrizione (assenza di articolo e suffisso w) tendono a far pensare che non si tratti né di ebraico né di fenicio. Altre ipotesi di identificazione vanno dall'origine filistea ad una manifestazione tardiva della lingua cananaica. Il testo sembra dar voce ad una cultura contadina, ma rimane poco chiaro.



Sigillo di Šm’ servo di Yrb’m (prima metà  VIII sec.a.C.)

Sigillo di Šm’ servo di  Yrb’m (prima metà  VIII sec.a.C.)

L. 1: LŠM‘

L. 2: ‘BD YRB‘M

 

"(Appartenente) a Šm‘ servo di Yrb‘m"

 

Il sigillo è stato ritrovato a Meghiddo, in Galilea, all'inizio del XX secolo. L'incisione del leone permette di datarlo a non prima dell' VIII sec. Il nome Yrb'm non può quindi che rimandare a Geroboamo II, ultimo grande sovrano del regno d'Israele tra il 788 e il 747 circa.



Disegno ed iscrizione dal pithos A di Kuntillet `Ajrud (prima metà  VIII sec.a.C.)

Disegno ed iscrizione dal pithos A di Kuntillet `Ajrud (prima metà  VIII sec.a.C.)

Il disegno è stato scoperto sui frammenti in ceramica di un pithos ritrovato tra le rovine di Kuntillet ‘Ajrud (caravanserraglio? fortezza? centro religioso?), nel deserto del Sinai, durante la campagna di scavi del 1975 – 1976. L'iscrizione sopra la testa della figura umana recita:

 

 

L. 1: ’MR ’[ŠYW] H[ML]K. ’MR LYHL[L’] WLY‘WŠH W[ ] BRKT ’TKM

L. 2: LYHWH ŠMRN WL’ŠRTH

 

"[Il re?] ’[šyhw?] dice: di' a Yhl[...] e a Yw‘šh e […] vi benedico

da parte di YHWH di Samaria e della sua Ašerah"

 

Per una interpretazione dettagliata del testo e delle immagini, vd qui.

 



Ostraka di Samaria (IX?-VIII sec.a.C.): immagini e paleografia

Ostraka di Samaria (IX?-VIII sec.a.C.): immagini e paleografia

Rinvenuti nel 1910 in una dipendenza del palazzo reale a Samaria, capitale del regno del Nord, i circa 100 ostraka riportano ricevute per il trasporto di olio e vino, dalle tenute reali (krm, vigna, o gt, giardino recintato) al palazzo. L'anno più alto citato nella formula iniziale è il 17, per cui rimangono solo tre regni a cui gli ostraka possano risalire: Acab, nel IX sec. (improbabile), Yoachaz, o suo figlio, Geroboamo II, nell'VIII. Queste ricevute, insieme ai ritrovamenti di vasellame da tavola in stile fenicio e di placche d'arredamento in avorio, sempre in stile fenicio, ma con decorazioni egiziane, testimoniano dello sviluppo economico raggiunto dal regno del Nord all'ombra dell'impero assiro, prima della capitolazione (722). Con ciò rappresentano fonti di prima mano che integrano gli oracoli di Amos (cfr. Am 5, 11; 6, 4-6; 8, 4-6) e Osea (cfr. Os 12, 2) databili allo stesso periodo.



Scrittura paleo-ebraica dal canale di Siloe (Gerusalemme; seconda metà  VIII sec.a.C.)

Scrittura paleo-ebraica dal canale di Siloe (Gerusalemme; seconda metà  VIII sec.a.C.)

Ritrovata nel 1880 in loco a Gerusalemme, all'interno di un pannello appositamente preparato, l'iscrizione di Siloe riporta un resoconto dell'ultimazione dei lavori di scavo di un acquedotto nella roccia: alle prime voci che ciascuna delle due squadre di scavatori percepisce provenire dalla direzione opposta segue l'arrivo dell'acqua canalizzata. Le corrispondenze con i testi letterari che riferiscono di simili lavori al tempo di Ezechia (cfr. 2Re 20, 20 e 2Cr 32, 30) hanno fatto pensare che l'iscrizione riproduca il testo di un brano annalistico redatto per l'occasione, in previsione di e in concomitanza con l'assedio di Sennacherib nel 701 a.C. (sulla sua fallimentare spedizione contro il regno di Giuda e l'Egitto, cfr. le versioni offerte da 2Re 18,13 - 19,37 e 2Cr 32,1-23, da un lato, e Erodoto, Storie II, 141, 2-5, dall'altro). La natura ufficiale dell'iscrizione è tuttavia ancora discussa.



Trascrizioni e traduzione dell'iscrizione del canale di Siloe

Trascrizioni e traduzione dell'iscrizione del canale di Siloe

 

“HNḲBH  WZH HYH DBR HNḲBH B‘WD [......]
HGRZN ’Š ’L R‘W WB‘WD ŠLŠ ’MT LHN[......]‘ ḲL ’Š Ḳ
[R]’ ’L R‘W KY HYT ZDH BṢR MYMN W […]L WBYM H
NḲBH HKW HḤṢBM ’Š LḲRT R‘W GRZN ‘L[G]RZN WYLKW
HMYM MN HMWṢ’ ’L HBRKH BM’TY[M W]’LP ’MH WM[’]
T ’MH HYH GBH HṢR  ‘L R’Š HḤṢB[M]”

 

“… la perforazione e questa fu la storia della (=così si svolse la) perforazione quando ancora…
…il piccone, ognuno verso il suo compagno, e quando ancora (mancavano) tre cubiti alla
[perforazione si udì] la voce di un uomo chiamare
il compagno perché c’era una fenditura (?) nella roccia da destra [a sinistra] e [……] e il
giorno della perforazione colpirono gli scavatori, ognuno verso il suo compagno, piccone contro piccone, e
andarono le acque dalla fonte nel canale per mille e duecento cubiti, e cento
cubiti era l’altezza della roccia sopra la testa degli scavatori”

(Cf. 2 Re 20, 20 et 2 Cr 32, 30)



Sigillo di ‘sn’ (VIII sec.a.C.)

Sigillo di  ‘sn’ (VIII sec.a.C.)

L’SN’

 

 "(Appartenente) a ’sn’"

 

In agata bianca e marrone, di forma ovoidale, il sigillo era con tutta probabilità incastonato in un anello. Databile all'VIII sec. e al regno di Ezechia, con la sua iconografia chiaramente egittizzante, come il seguente, testimonia il progressivo avvicinamento, politico e culturale, del regno di Giuda all'Egitto in funzione anti-assira.



Sigillo di Zk’ (tardo VIII sec.a.C.)

Sigillo di Zk’ (tardo VIII sec.a.C.)

"ZK’"

 

"Zk’"

 

Fatto di carneliano rosso, il sigillo è incastonato in un pendente d'argento. Lo scarabeo a quattro ali, di chiara ascendenza egiziana, è motivo diffuso nella glittica semitica occidentale. Quello a due ali sembra essere stato, in particolare, l'emblema reale di Ezechia, come mostrano impressioni di suoi sigilli.



Sigillo da Ḥbrn (tardo VIII sec.a.C.)

Sigillo da Ḥbrn  (tardo VIII sec.a.C.)

(in alto): LMLK

(in basso): [Ḥ]BRN

 

"(Appartenente) al re; (da) Ḥbrn"

 

Abitualmente datato alla fine dell'VIII sec., questo sigillo fa parte di una serie di bolli ritrovati a Lachish e provenienti da Soko, Zif e da una Mmst altrimenti sconosciuta (Emmaus, moderna Amwas?). Sono stati tutti impressi a freddo sull'argilla di alcuni manici di giara prima che venissero cotti. Come emblemi si alternano sole, disco solare a due ali, e scarabeo a due ali, quest'ultimo forse un'insegna della casa reale di Giuda. Se la datazione tiene, il riferimento al re rimanderebbe ad Ezechia (727-698 a.C.). Varie ipotesi sono state formulate sulla funzione delle giare, tra queste che contenessero i prodotti delle terre del re (cfr. 2 Cr 32, 28), o alternativamente che servissero da contenitori per le tasse e la distribuzione di beni alimentari, oppure che i sigilli fossero solo marchi delle officine ceramiche del palazzo. In ogni caso, sembra abbastanza probabile che la loro produzione si inserisca in quel processo di organizzazione economica e burocratica che il regno di Giuda subì a ridosso della ribellione contro gli Assiri (cfr. anche l'iscrizione del canale di Siloe).  



Iscrizione funeraria di un funzionario reale (Silwan presso Gerusalemme; fine VIII sec.a.C.)

Iscrizione funeraria di un funzionario reale (Silwan presso Gerusalemme; fine VIII sec.a.C.)

L. 1: ZT [...Y]HW ’ŠR ‘L HBYT ‘YN [BH?] KSP W[Z]HB

L. 2: [KY?] ’M [...] [W]‘ṢM ’MTH ’TH ’RWR H’[..] ’ŠR

L. 3: YP[TḤ] T [H]Z’T

 

"Questa [(è la tomba di) ...y]hw, sovrintendente al palazzo. Non c'è in essa argento né oro

ma solo [le sue ossa?] [e] le ossa della sua serva con lui. Maledetto l'[uomo?] che la

aprirà"

 

L'iscrizione fu scoperta a Silwan (Siloe) a sud-est di Gerusalemme nel 1870, ma venne decifrata solo nel 1953, a causa del deterioramento delle lettere. L'epigrafe costituiva originariamente l'architrave di una tomba scavata nel pendio roccioso della valle del Kedron. Paleograficamente, non può essere fatta risalire che tra la fine dell'VIII e gli inizi del VII sec.a.C. Il personaggio sepolto ricopriva la carica di sovrintendente al palazzo, ruolo che, nei secoli, si era sviluppato da amministratore del palazzo (1 Re 4, 6 e 16, 9), a funzionario con responsabilità politiche (1 Re 18, 3-4), e infine, per il VII secolo, a visir del regno (2 Re 10, 5, 15, 5; 18, 18, 19, 2). Del nome si conservano solo le lettere finali, sicuramente il teonimo -yhw (YHWH). Il candidato più probabile per l'identificazione rimane lo Shebna che ricoprì la carica sotto Ezechia (727-698 a.C.) e fu aspramente criticato dal profeta Isaia proprio per essersi scavato una tomba nella roccia (Is 22, 15-25). L'iscrizione riporterebbe allora la forma lunga del nome, come attestata su ostraka contemporanei e nel testo ebraico di Neh 9, 4. Suscitano particolare interesse la menzione di una schiava sepolta con lui (sua moglie?), il riferimento all'assenza di oro e argento, e la maledizione su chi profanerà il sepolcro: semplice difesa contro i furti (cfr. le iscrizioni fenicie di Tabnit e di Batnoam fra V e IV sec.a.C.) o anche deterrente contro pratiche 'magiche' evidentemente diffuse (cfr. il graffito sepolcrale di Khirbet el-Qom, in Giudea, posteriore alla fine dell'VIII sec.a.C. e l'iscrizione rupestre nord-arabica di Bahani tra V e IV sec.a.C.)?



Ostrakon della Casa di YHWH (seconda metà  VII sec.a.C.?)

Ostrakon della Casa di YHWH (seconda metà  VII sec.a.C.?)

L. 1: K’ŠR SWK ’ŠY

L. 2: HW HMLK LTT BYD

L. 3: [Z]KRYHW KSP TR

L. 4: ŠŠ LBYT YHWH

L. 5: Š |||

 

"Come ha ordinato ’šy

hw il re: di dare per mano di

[Z]kryhw argento di Tr

šš per la casa (= il tempio) di Yhwh

3 sicli"

 

Di origine ignota, ma autentico, secondo le analisi di laboratorio, l'ostrakon contiene la disposizione di una fornitura di argento per il Tempio, emanata dal re ’šyhw. Si discute se si tratti di un Osea sovrano di Giuda altrimenti sconosciuto o di una variante del nome Giosia, re dal 640 al 609 a.C. circa.



Lettera 18 da ‘Arad (fine VII sec.a.C.)

Lettera 18 da ‘Arad (fine VII sec.a.C.)

L. 1: L’DNY ’LY

L. 2: ŠB YHWH YŠ

L. 3: ’L LŠLMK W‘T

L. 4: TN LŠMRYHW

L. 5: (segno grafico per la misura letek) WLḲRSY

L. 6: T TN  (segno grafico per la misura homer)WLD

L. 7: BR ’ŠR Ṣ

L. 8: WTNY ŠLM

L. 9: [B]BYT YHWH

Retro:

L. 10: H’ YŠB

 

"Al mio signore ’ly

šb. YHWH abbia cura

della tua prosperità. E ora

dà a Šmryhw

una misura letek, e al Qerosita

darai una misura homer.

A proposito della questione che tu

mi hai ordinato, tutto a posto:

nella casa di YHWH

(retro) egli sta"

 

L'iscrizione, ritrovata nella cittadella fortificata di ‘Arad (moderna Tel ‘Arad) nel Negev orientale, fa parte di un piccolo 'archivio' di diciotto documenti che riguardano un certo Elyašib, forse amministratore o comandante militare della fortezza. Si tratta per lo più di richieste di approvigionamenti (grano, farina, olio, vino) per le truppe di stanza nella guarnigione, tra cui erano presenti probabilmente anche mercenari greci o comunque delle isole dell'Egeo (Ktym). Si discute ancora animatamente se il tempio di YHWH menzionato nel nostro testo sia in effetti quello di Gerusalemme oppure vada preferibilmente identificato con la struttura cultuale venuta alla luce in loco, provvista di altari per l'incenso e di due steli monolitiche, o maṣebot



Lettera II da Lachish (589-587 a.C.)

Lettera II da Lachish (589-587 a.C.)

L. 1: ’L ’DNY Y’WŠ YŠM‘

L. 2: YHWH ’T ’DNY ŠM‘T ŠL

L. 3: M ‘T KYM ‘T KYM MY ‘BD

L. 4: K KLB KY ZKR ’DNY ’T [‘]

L. 5: BDH Y[B]KR YHWH ’[T ’]

L. 6: Y D[BR] ’ŠR L’ YD[‘TH]

 

"Al mio signore Y’wš. Faccia udire

YHWH al mio signore notizie di pace

proprio ora, proprio ora. Chi (è) il tuo servo,

(se non) un cane, che il mio signore si sia ricordato del

suo servo? Dia presto YHWH un segnale (?); non c'è (?)

cosa che tu non conosca"

 

Nel 1935,  furono ritrovati a Lachish (moderna Tell el-Duweir) diciotto cocci inscritti che riportano la corrispondenza tra il comandante della guarnigione di stanza nella città fortificata e i suoi sottoposti. Lo strato di terreno dove sono stati scoperti reca segni di distruzione ed incendio, associabili con le operazioni militari babilonesi del 587-586 a.C.. Gli ostraka, quindi, databili tutti alla fine del primo quindicennio del VI sec.a.C., documentano gli ultimi giorni della fortezza giudaica sotto l'assedio delle forze di Nabucodonosor II. Le ultime due linee della lettera II, qui riprodotta, sono di difficile lettura e interpretazione. La traduzione è perciò in alcuni punti congetturale, e segue una tra le tante proposte di ricostruzione. L'espressione delle ll. 3-4 "Chi è il tuo servo, se non un cane che..." trova un preciso riscontro in 2 Re 8, 13 e paralleli più sfumati anche in 2 Sam 9, 8 e 16, 9.



Papiro Nash (150-100 a.C.)

Papiro Nash (150-100 a.C.)

Il papiro Nash, il più antico documento conosciuto in ebraico quadratico prima dei ritrovamenti di Qumran nel 1947, fu acquistato in Egitto nel 1898 e consta di quattro frammenti che riportano i dieci comandamenti, seguiti dalla preghiera "Ascolta, Israele". Il testo dei dieci comandamenti combina le versioni di Es 20, 2, 17 e Dt 5, 6-21. L'omissione dell'espressione "casa di schiavitù" in riferimento all'Egitto lascia presumere che sia proprio l'Egitto il luogo di origine del documento. Altre discordanze con il testo masoretico dei due passi sono state rilevate. Le particolarità testuali del papiro riflettono, con tutta probabilità, il suo uso liturgico, o altrimenti la sua destinazione a pratiche di preghiera privata. 



1QIsab (= Is 57, 17 - 59, 9; prima del 100 a.C.)

1QIsab (= Is 57, 17 - 59, 9; prima del 100 a.C.)

Scoperti forse già nel IX sec.d.C., dimenticati e poi di nuovo ritrovati nel 1947 in alcune grotte nei pressi del Mar Morto, i rotoli di Qumran hanno rivoluzionato la nostra conoscenza del Giudaismo di area palestinese tra II sec.a.C. e I sec.d.C., sotto ogni aspetto. Riporto qui sopra la pagina di uno dei testimoni più antichi del libro biblico di Isaia, e di seguito una sezione dell'interpretazione, o pešer, del libro di Abacuc, scritto sconosciuto prima dei ritrovamenti del secolo scorso. La scrittura mostra l'evoluzione della grafia paleo-ebraica verso il quadratico di età tardo-antica.



Ebraico da Qumran: pesher di Abacuc (fine I sec.a.C.)

Ebraico da Qumran: pesher di Abacuc (fine I sec.a.C.)

LHYWT ’BNYH B‘ŠḲ WKPYS ‘ṢH BGZL W’ŠR (1QpHab col. X l.1)

 

Interpretazione di Ab 2, 11: “per essere la sua pietra per l’oppressione e la trave del suo legno per la rapina, e quello che (ha detto/dice)”; segue citazione di Ab 2, 10.



Mezzo shekel (anno secondo della rivolta = 67-68 d.C.)

Mezzo shekel (anno secondo della rivolta = 67-68 d.C.)

Recto: ḤṢY HŠḲL - Š(NT) B

Verso: YRŠLYM HḲDŠH

 

Recto: "Mezzo siclo" - "Anno 2"

Verso: "Gerusalemme la santa"

 

Qui e di seguito, tre monete d'argento battute durante le due rivolte giudaiche, questa e la prossima durante la prima, la terza durante la seconda. Battere propria moneta, e d'argento per giunta, sotto l'Impero era prerogativa riservata a città libere. Si noti inoltre come soprattuto la prima e terza moneta della serie mostrino bene di essere conii romani ribattuti. Il messaggio ideologico, cui contribuisce, in notevole misura, anche l'uso della scrittura ebraica antica, non poteva essere materialmente più chiaro.



Shekel (anno quarto della rivolta = 69-70 d.C.)

Shekel (anno quarto della rivolta = 69-70 d.C.)

Recto: ŠḲL YSR’L  Š(NT) D

Verso: YRŠLYM HḲDŠH

 

Recto: "Siclo d'Israele" - "Anno 4"

Verso: "Gerusalemme la santa"

 



Zuz (denario) d'argento (134-135 d.C.)

Zuz (denario) d'argento (134-135 d.C.)

Recto: ŠM‘N

Verso: LḤRWT YRŠLYM

 

Recto: "Simone"

Verso: "Per la liberazione di Gerusalemme"



Pentateuco samaritano

Pentateuco samaritano

Trascrizione di una pagina del Pentauteco samaritano. I Samaritani - poco più di 700 ormai - accettano come rivelati solo i primi cinque libri delle scritture ebraiche (la "Torah"). Lezioni testuali a volte divergenti e la scrittura stessa in una variante unciale dell'alfabetario fenicio antico riflettono ulteriormente, a livello manoscritto, il conflitto che per secoli li ha opposti ai "Giudei".



Codice di Aleppo (ca. 920 d.C.)

Codice di Aleppo (ca. 920 d.C.)

Pagina del più antico codice, ampiamente incompleto, della scritture ebraiche, redatto secondo il sistema di puntazione masoretico.



Codex Leningradensis (ca. 1008)

Codex Leningradensis (ca. 1008)

Copertina del più antico codice completo della Bibbia ebraica. Il nome del copista, Shmuel ben Yakob, è indicato nella prima linea all'interno della stella di David. Il codice fu probabilmente trascritto a Il Cairo e venduto ad un acquirente di residenza a Damasco.



Targum

Targum

Pagina di un Targum, ovvero di una traduzione aramaica della Bibbia ebraica, proveniente dall'Iraq dell'XI sec. Il testo riportato è Es 12, 25-31. Le due lingue si susseguono, interrompendosi a più riprese: prima, l'originale ebraico, poi, la traduzione / interpretazione in aramaico, verso per verso. 



Due ‘amuleti’ da Ketef Hinnom (VII-VI sec.a.C.)

Due ‘amuleti’ da Ketef Hinnom (VII-VI sec.a.C.)

Ritrovati nel 1979 a Ketef Hinnom, a sud ovest della città vecchia di Gerusalemme, nella camera funeraria 25 della grotta 24, i due piccoli rotoli d’argento incisi, spesso interpretati come ‘amuleti’ e generalmente noti con le sigle KH 1 e KH 2, vengono per lo più datati fra la fine del VII e gli inizi del VI sec. a.C. (immediatamente prima della distruzione di Gerusalemme del 587-586?), per quanto non siano mancate proposte di datazione notevolmente più bassa (IV-II sec. a.C.). Dalla ricostruzione ipotetica delle ultime linee leggibili di KH2, di cui riportiamo qui un tentativo di trascrizione in alfabeto quadratico, sembrerebbe emergere il testo di una benedizione (ll. 16-19: YHWH “ti preservi, /faccia risplendere YHWH [il suo volto / su di te]”) che troverà echi più tardi nelle formule di Nm 6, 24-26 e 1QS col. II ll. 2-3.