Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Messapico

a cura di: Simona Marchesini


  • Presentazione
  • Le scritture
  • Approfondimenti

Introduzione

Il Messapico appartiene alla famiglia linguistica Indoeuropea. Il livello di attestazione frammentaria della lingua, nonché l'appartenenza dei suoi documenti a poche categorie testuali e a scarse tipologie grammaticali e lessicali, non consentono la sua assegnazione ad un gruppo più definito all'interno dell'Indoeuropeo comune. Le lacune più sensibili riguardano la ricostruzione del sistema verbale e il trattamento delle labiovelari e delle palatali. Anche a livello morfologico non è sempre ben chiara la familiarità con il gruppo linguistico delle lingue italiche.

Fonologia

La considerazione del valore fonologico da assegnare ai grafemi messapici presenta una serie di difficoltà. Mentre vi è certezza sul fatto che il messapico distinguesse tra vocali brevi e vocali lunghe, come nel resto delle lingue indoeuropee, rimane difficile determinare la posizione delle vocali l’una rispetto all’altra e quindi il loro esatto valore fonologico. L'oscillazione tra /i/ ed /u/ nell'alfabeto apulo (variante tarda settentrionale del messapico) e tra /i/ ed /o/ in quello messapico, riflette probabilmente un sistema vocalico asimmetrico che oppone due anziché tre vocali nella serie velare. Altri fenomeni fonologici sono, in epoca predocumentaria, il passaggio da */ŏ/ ad /a/ (*to-bhoros > tabaras) e la palatalizzazione a livello consonantico osservabile soprattutto nella formazione dei nomi di persona. La palatizzazione è espressa per mezzo della geminazione del grafema, come ad esempio nel nome personale Artorres < *Artor-yo-s o in Blatθes < *Blat-yo-s.

Per quanto riguarda il consonantismo, le medie aspirate indoeuropee sono rese in Messapico con le medie corrispondenti, sia in posizione iniziale che all'interno di parola (es. beran 'che portino', con b < *bh). La */s/ indoeuropea è inoltre trattata come /h/, sia in posizione iniziale che intervocalica (klaohi 'ascolta' da *kleu-s-i).

Morfologia

La morfologia del Messapico, dato il suo alto grado di frammentarietà, è ricostruibile solo in minima parte e mediante criteri comparativi. Sono attestati due numeri: singolare e plurale. I casi finora attestati sono quattro: nominativo, accusativo, genitivo e dativo. Data la scarsezza documentaria, è incerto il caso locativo (Vareti, Vasmannati?)

Complessa si presenta la determinazione delle classi tematiche, dato che i fenomeni di palatalizzazioni condizionano spesso l'uscita morfologica. Si possono per il momento determinare le seguenti classi  (si indica con "C" una consonante e con "V" una vocale):

- temi in vocale: in ā/-o(v)a; in -yā/-ayā, -eyā, in -Cyā con palatalizzazione, in -ă-/-yă-, in -Cya-, in -Vya-, in -i, in -u (scritto -o-);

- temi in consonante: in -n/-ōn/-(y)ōn-/-edōn-, in -r in -t, in -s.

Riguardo al sistema verbale si può dire soltanto che, oltre all'indicativo (presente, aoristo e perfetto), si sono riconosciuti casi di imperativo (presente), congiuntivo (presente) e di ottativo (presente). Le persone attestate nelle iscrizioni sono due: la 3a singolare e la 3a plurale. I tempi ricostruibili sono il presente, l'aoristo e il perfetto.

apistaθi: indicativo presente, 3a singolare “offre”;

hipades: indicativo aoristo, 3a singolare “ha dedicato, dedicò”;

hadive: indicativo perfetto, 3a singolare “pose”;

klaohi: imperativo presente, 3a singolare “ascolta”;

beran: congiuntivo presente, 3a plurale “portino”;

berain: ottativo presente, 3a plurale, “debbano portare”.

 

Sintassi

Sulla sintassi messapica poche sono le informazioni attualmente consolidate: si conoscono alcuni articoli (toi per il dativo singolare maschile, tai per il femminile e tan come accusativo singolare femminile), alcune congiunzioni (ad es. ai, possibile congiunzione ipotetica; ma, particella proibitiva) e le congiunzioni enclitiche -si, -θi, -ti 'e'. Tra le preposizioni sono attestate apa (probabilmente da *h2epo- con significato 'da'), epi, di etimologia incerta, noto nei composti come il verbo epi-gravan 'hanno offerto'. Un solo prenome è finora riconoscibile: il relativo singolare kos < *qwos 'qualcuno'.

Semantica

Essendo la maggior parte delle iscrizioni messapiche costituite da nomi personali, pochi sono i termini non onomastici attestati. Tra questi si segnala argorapandes, il cui significato deve essere vicino a quello di 'tesoriere', 'magistrato monetale', bilia 'figlia', bennan (un tipo di veicolo), tabara 'sacerdotessa'. Sono voci ricostruite *kalator (è attestato il genitivo singolare kalatoras), imprestito dal latino 'araldo' o altra simile funzione sacerdote e *teuta, termine noto dai suoi derivati onomastici (ad es. Tator, Taotorres) e presente in altre lingue indoeuropee occidentali con il significato di 'comunità', 'popolo'.

 



Le scritture



Approfondimenti

  1. Bibliografia
  2. Risorse on line