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Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Eblaita

a cura di: Amalia Catagnoti


  • Presentazione
  • Le scritture

L'eblaita è la lingua semitica attestata nei testi cuneiformi databili intorno al 2350 a.C. ritrovati in Siria a Tell Mardikh. Verosimilmente, durante il III millennio, questa lingua era parlata non solo a Ebla stessa, ma anche nei centri urbani dell'alta Siria del Nord, grosso modo nell'area attorno ad Aleppo che agli inizi del II millennio vide l'affermarsi del regno di Yamkhad.
L'eblaita si colloca nel più antico livello linguistico semitico noto, che può essere definito come Semitico Arcaico, livello cui anche l'accadico di Mesopotamia appartiene.
L'eblaita va anche distinto dall'amorreo (una fase arcaica di questa lingua è però probabilmente rintracciabile in alcuni nomi di persona documentati nei testi del Palazzo G). Il rapporto dell'eblaita con l'accadico è di complessa definizione. Le due lingue sono certamente molto vicine, condividendo tratti morfologici fondamentali come per esempio il sistema verbale con tre aspetti anche se esistono tratti non condivisi.
Date sia la qualità delle differenziazioni fra eblaita e accadico sia la qualità delle isoglosse eblaito-accadiche (alcune delle quali sono note anche in ugaritico e nelle lingue sudarabiche antiche), eblaita e accadico possono riflettere due stadi simili del Semitico Arcaico. Le due lingue diffuse rispettivamente in Siria e in Mesopotamia, contrastano con quelle che presentano le innovazioni provenienti da un'area più centrale, nel III millennio osservabili nell'amorreo.

 

 



Le scritture

  1. Eblaita