Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Disco di Festo

- XVIII-XVII sec. a.C.

a cura di: Maurizio Del Freo     DOI: 10.25429/sns.it/lettere/mnamon024
Ultimo aggiornamento: 4/2022


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Il disco di festo (lato a). Museo Archeologico di Heraklion.


Il disco di Festo è un disco in terracotta proveniente dal palazzo di Festo a Creta e conservato presso il Museo Archeologico di Herakleion. Su entrambe le facce del disco sono presenti sequenze spiraliformi di segni impressi a stampo nell’argilla prima della cottura. Il disco proviene da un contesto disturbato e pertanto è difficilmente databile in base ad elementi di tipo stratigrafico. Tuttavia, confronti con oggetti minoici e in particolare con ceramiche e sigilli rinvenuti a Festo, oltre a fugare i sospetti sull’autenticità dell’iscrizione, suggeriscono una datazione compresa tra la fase finale dei Primi Palazzi e quella iniziale dei Secondi Palazzi cretesi (XVIII-XVII sec. a.C.)


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Indice dei contenuti

Contesto di ritrovamento

Il disco fu trovato il 3 luglio 1908 in un vano dell’area nordest del palazzo di Festo in associazione con materiali ceramici attribuibili in parte alla fase finale dei Primi palazzi cretesi (XVIII sec. a.C.) in parte all’epoca ellenistica.


Tipo di scrittura

Sul disco sono attestati 45 segni diversi. Ciò induce a ipotizzare che la scrittura fosse di tipo sillabico. Statisticamente, infatti, 45 segni sono troppi per un alfabeto e troppo pochi per un sistema ideografico. La scrittura del disco di Festo sembrerebbe dunque essere un sillabario, come il “geroglifico” cretese, la lineare A e la lineare B. Le sequenze di segni, trenta su un lato e trentuno sull’altro, sono precedute e seguite da tratti rettilinei che le “incasellano” all’interno delle due spirali. Come dimostrano i rari casi di parziale sovrapposizione fra segni contigui, questi furono impressi dall’esterno verso l’interno del disco. Le sequenze dei segni, dunque, presentano un andamento sinistrorso. Quanto alla tecnica di scrittura, i segni furono impressi a stampo nell’argilla fresca mediante punzoni. Alcuni segni furono poi marcati con l’incisione di un breve tratto rettilineo (cd. “spina”).


Rapporti con le altre scritture sillabiche cretesi

Alcuni segni del disco di Festo presentano somiglianze con quelli delle scritture cretesi del II millennio a.C. Queste corrispondenze, tuttavia, sono molto incerte e non evidenziano rapporti di parentela sicuri con tali sistemi grafici


Origini della scrittura

Alcune analogie sono ravvisabili fra alcuni segni del disco e oggetti archeologici o motivi simbolici tipici della Creta dell’età del bronzo, alcuni dei quali provenienti proprio da Festo. Questo tende a favorire l’ipotesi di un’origine cretese della scrittura e a confermare l’autenticità dell’iscrizione.


Possibilità  di decifrazione

Molti sono stati i tentativi di interpretazione del disco di Festo (soprattutto in senso religioso o calendariale). Nessuno di essi, tuttavia, può ritenersi valido. In assenza di altre iscrizioni simili, infatti, nessuna proposta di decifrazione può essere verificata.